Il trasporto merci su gomma è sempre più colpito dalle restrizioni sui trasporti attraverso il Brennero attuate dall’Austria. Dal 2010, il Tirolo ha implementato una serie di restrizioni sul passaggio dei camion lungo la principale via stradale tra Italia e Germania (autostrade A12 e A13). Queste limitazioni si sono poi ampliate, includendo un divieto notturno, limitazioni settoriali per certi tipi di merci adatti al trasporto su rotaia, restrizioni invernali nei sabati e razionamento dei veicoli pesanti che accedono alle autostrade.

La Commissione Europea, chiamata dal Governo italiano a pronunciarsi sul tema sulla base dell’articolo 259 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ha recentemente dato ragione all’Italia sulla maggior parte degli aspetti della controversia.

Ci si chiede infatti se tali restrizioni abbiano realmente ragione d’essere: considerando i dati forniti da ASFINAG, nel 2023 lungo il Brennero circolavano 11,7 milioni di auto, pari all’83% del traffico, e 2,4 milioni di camion, pari al 17% del traffico. Se ci fosse la necessità di razionalizzare i flussi di traffico, verrebbe da pensare che le istituzioni si concentrino sull’83% del traffico, piuttosto che sul 17%.

Questa sarebbe una considerazione abbastanza ovvia da fare, ma viene invece evitata a livello politico perché inciderebbe sull’economia turistica della zona.

La percezione è infatti che le istituzioni pubbliche siano molto attente ad evitare impatti sulla mobilità delle persone, ignorando il fatto che il corridoio del Brennero è in realtà un’arteria fondamentale per la logistica: bloccarlo significa bloccare le filiere, causando danni ingentissimi all’industria europea.

Incidere sulla mobilità delle persone, invece, significa avere, probabilmente una reazione negativa immediata, ma ad esempio l’impatto di un’auto in ritardo è, in generale, meno problematico che ritardare i beni necessari a far funzionare una filiera. In termini pratici, inoltre, esiste un enorme potenziale nel trasferimento modale per la mobilità delle persone.

Teniamo presente che il 70% dei flussi di merci dall’Italia verso l’Unione Europea e viceversa passano attraverso il Brennero. La priorità dovrebbe essere come garantire il flusso logistico per evitare qualsiasi impatto sull’economia europea. Ciò che viene inoltre completamente trascurato è che, sebbene meno visibile, l’industria manifatturiera è molto più significativa in termini di PIL e dipende dal corridoio del Brennero: ad esempio, guardando i dati ISTAT, nella provincia di Bolzano manifattura e trasporti coprono il 16% del valore aggiunto, mentre turismo più ristorazione copre il 9%.

Per quanto riguarda la tratta Genova-Rotterdam/Scandinavia come alternativa al traffico camionistico attraverso la direttrice del Brennero, ciò comporterebbe un enorme aumento dei prezzi e un aumento estremamente significativo delle emissioni. Diminuirebbe la competitività delle industrie nelle aree servite dal corridoio del Brennero. Ovviamente questa non può essere considerata una soluzione ottimale. La catena logistica dovrà però in qualche modo adeguarsi e quindi, se la situazione dovesse peggiorare, qualunque alternativa, compresa questa, dovrà essere sfruttata.

Sul tema è stato intervistato il nostro CEO Martin Gruber dalla rivista DVZ:

https://www.dvz.de/unternehmen/strasse/detail/news/brenner-kapazitaet-droht-dahinzuschmelzen.html

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